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Partire quando il/la partner non vuole lasciare il Belpaese

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Anche questo tema e’ un classico. Negli anni ne ho incontrate tantissime di coppie italiane che si trovavano all’estero in questa situazione.

Spesso e’ la rappresentante femminile a voler fare le valigie e l’uomo a malincuore segue. A volte la coppia si sfalda. A volte e’ l’uomo a voler partire e la donna no. A volte si e’ fortunati invece che entrambe le persone desiderano fortemente questo cambiamento. Le possibili combinazioni di casistiche sono tante.

La cosa diventa spesso piu’ complicata quando la persona che vuole rimanere in Italia ha effettivamente una posizione lavorativa con dei benefit magari rari, quali un posto di lavoro rispettabile, con orari civili, in un azienda dove si sta bene e un contratto di lavoro rispettabilissimo. Oppure chi vuole rimanere è fortemente legato alla sua terra, per motivi sociali, affettivi o altro e lasciare non sarebbe facile.

A volte nessuno dei due vorrebbe partire ma c’e’ un trasferimento forzato per motivi di lavoro e si parte, magari in una terra lontana che non si sapeva bene nemmeno esistesse.

Su una cosa posso rincuorare tutti, e’ che se ci si trova in un paese alla mano e accogliente come l’Irlanda dove gli standard lavorativi sono magari migliorati per entrambe, aumentano le entrate a fine mese e ci si trova a vivere l’estero scoprendo un mondo nuovo, magari scoprendo un posto particolarmente umano e sereno, quella che era all’inizio una forzatura si rivela essere un colpo di fortuna!

Ci sono poi i casi dove un partner testa l’altro partendo e vedendo l’altro cosa fa, insegue, si lascia pregare, o resta sui suoi passi implorando ogni giorno di tornare?

La cosa quindi non e’ semplicissima quando bisogna allineare due teste che hanno desideri opposti, ma vi garantisco che ne ho viste delle belle. Ho visto spesso la persona che non voleva venire, radicarsi cosi’ bene nella nuova terra da non voler piu’ tornare e l’altra che era la persona promotrice del cambiamento estero, desiderosa di ritornare alla base in Italia, una volta assaggiato l’ebbrezza dei primi anni lontano da casa.

Se posso dire la mia sul tema, e’ che l’estero non deve essere per forza un cambiamento permanente o necessariamente di molti anni. Puo’ essere vissuto anche come un esperienza che arricchirebbe chiunque, anche la persona piu’ chiusa di mente. Con un ottica di piu’ breve termine, pensata per sperimentare, arricchire e stimolare la conoscenza del mondo, secondo sarebbe piu’ facile trovare un’accordo.

Resta il fatto che una volta fuori, che vi piaccia o meno l’idea di essere diventati expat, dovrete fare del vostro meglio per aprirvi la via professionalmente e socialmente. E questo sarà un bel test che una volta superato, vi farà sentire per la prima volta dei cittadini del mondo!

Buona pianificazione per la vostra esperienza expat!

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